ll concetto di Posing è sicuramente nato con la nascita della fotografia e della moda, ma io vi parlo di cosa successe nei club gay dagli anni 70′ attraverso la musica Disco.
La mia danza si chiama “Waacking” ed è una disciplina nata a metà degli anni 70′ nei club gay di Los Angeles, locali dove i DJ dell’epoca mettevano la “Disco Music“.
Comunemente ci si aspetta, rispetto a ciò che abbiamo visto in Italia, una sorta di scenario simile al film “la febbre del sabato sera” ma non è stato proprio così.
Ho ricostruito la vera storia di questa danza grazie all’importante supporto di pionieri che hanno vissuto quel periodo e raccontato le loro vicissitudini.
Primo tra tutti Bill Godson. Una cena con lui mi ha stregato; durante la serata mi raccontò quando ai tempi, lui ballerino della celebre Diana Ross, veniva invitato nei privè dei club dove è nato il Waackin’. Immaginate dei ragazzi, per lo più afroamericani, ballerini di ogni genere o anche solo amanti della musica, che essendo gay venivano messi ai margini della società.
E’ proprio qui che entra in gioco il Posing.
Attraverso la musica Disco, questi ragazzi trovavano il modo di sentirsi Donna imitando in primis le cantanti e le dive del cinema come Greta Garbo, Rita Hayworth e tante altre. Non si limitavano, però, a prendere spunto solo dai personaggi femminili ma anche da figure come Batman, i Ninja e altri personaggi celebri.
All’inizio si parlava solo di Posing in riferimento al fatto che questa danza veniva creata dal movimento a tempo di pose. Successivamente, però, muovendo anche le braccia e imitando il movimento dello strumento tipico dei Ninja, le nunchaku, si sono creati passi nuovi e tecniche di rotazione delle braccia.
Tornando al nostro discorso di interesse, uno dei pionieri del Waackin’, Tyrone Proctor, grandissimo personaggio che ci ha, purtroppo, lasciati a giugno del 2020, mi ha insegnato come studiare le pose e come spostarsi da una all’altra per farle proprie sul corpo. Lui aveva un quaderno dove raccoglieva tutte le foto di modelle , dive del cinema e pubblicità di ogni genere e le usava per far studiare esattamente le loro pose con esercizi che consistevano nel spostarsi da una posa all’altra rapidamente a tempo di musica. Con lui ho imparato che la transizione da una posa all’altra non significa dover stravolgere ciò che si sta facendo, ma bensì creare un disegno su se stessi armonioso e ben studiato.
Il tutto va incorniciato perfettamente a tempo di musica.
Uno dei consigli che mi sento di dire a tutti coloro che posano per servizi fotografici è che il modo in cui il nostro corpo assume una posizione semplice ma armoniosa può rendere l’immagine davvero speciale. Anche solo semplicemente appoggiare il mento su una spalla guardando l’obiettivo intensamente e trovando il modo di essere a proprio agio, potrebbe essere vincente.
L’idea è quella di mantenere sempre un contatto visivo con chi ci guarda nella danza.
Davanti a un obiettivo, sia che si tratti di riprese video che di fotografie, il nostro scopo è lo stesso in quanto, come per i ballerini, anche per i modelli il fine ultimo è catturare l’attenzione.
“If you don’t i understand the music you never will understand the dance (Tyrone Proctor)